Eden

Progettazione e realizzazione di un giardino temporaneo a Ortogiardino 2023 - Pordenone

Uno spazio dove ritrovarsi, meditare, migliorare il benessere psicofisico ed entrare in contatto con la Natura.

Leggendo il tema della competizione, la prima immagine che ho visualizzato è stata quella di una nicchia protetta in cui rifugiarmi, sentirmi a casa. Un luogo intimo all’interno del quale ritrovare me stessa, meditare, migliorare il mio benessere psicofisico, entrare in contatto con la Natura. Uno spazio in grado di riportarmi alla spensieratezza della gioventù, garantire sostentamento e soddisfare i cinque sensi: dalla vista con piante ornamentali, all’udito con il fruscio del vento tra i fogliami, il canto degli uccelli, il ronzio delle api; dal gusto con ortaggi, frutti, bacche commestibili, all’olfatto con specie dai profumi inebrianti, al tatto con varietà caratterizzate da tessiture particolari. Un vero e proprio Eden, appunto, sostantivo ebraico che significa “piacere, delizie”. Mi sono così domandata come potessi inserire tali caratteristiche in un unico luogo e la risposta è stata chiara: un giardino che segua i principi della Permacultura, all’interno del quale inserire la filosofia della Food Forest. Vi è quindi una suddivisione in zone, come in Permacultura: Zona 0, il centro delle attività–la casa–nel progetto simboleggiata da un pergolato in legno al di sotto del quale si trova un tavolino con alcune sedute. Zona 1, nelle vicinanze della casa, l’area più controllata e utilizzata–l’orto–composto da: Allium schoenoprasum, Apium graveolens, Brassica oleracea. Zona 2, intensamente curata e coltivata–le officinali–costituita da: Lavandula angustifolia, Rosmarinus officinalis ‘Prostratus’, Salvia officinalis, Thymus serpyllum. Zona 3, caratterizzata da alberi da frutto–il frutteto: Malus ‘Red Jewel’, Prunus armeniaca, Prunus cerasifera, Rhaphiolepis bibas. Zona 4, poco curata, semiselvaggia, adatta alla raccolta di frutti selvatici–il sottobosco–con arbusti ed erbacee a sviluppo semi-libero: Cornus alba ‘Baton Rouge’, Fragaria vesca, Hedera helix, Juniperus communis ‘Repanda’, Rubus cockburnianus ‘Golden Vale’, Ruscus aculeatus. Zona 5, lasciata allo stato naturale–il bosco–caratterizzata da alberi, arbusti ed erbacee a sviluppo libero: Acer x conspicuum ‘Phoenix’, Betula utilis var. jacquemontii ‘Grayswood Ghost’, Fragaria vesca, Hedera helix, Juniperus communis ‘Repanda’, Prunus rufa, Ruscus aculeatus, Salix alba ‘Golden Ness’. Tali zone sono disposte in modo concentrico attorno al fulcro principale, la casa, e, come in Permacultura, anche nel progetto si nota il forte passaggio da spazio coltivato dall’uomo, nelle vicinanze del centro, a spazio lasciato allo stato naturale, sul perimetro esterno. I livelli della Food Forest sono visibili dalla prima all’ultima zona, in modo distribuito: Canopy layer–alberature di altezza primaria–nella Zona 5, il Bosco; Low-tree layer–alberature di media altezza–nella Zona 3, il Frutteto; Shrub layer–arbusti–nelle Zone 2,4,5: Officinali, Sottobosco, Bosco; Herbaceous layer–erbacee e piante da foglia–nella Zona 1, l’Orto; Rhizosphere–rizomatose, bulbose, tuberose–nella Zona 1, l’Orto; Groundcover layer–varietà tappezzanti–nelle Zone 2,4,5: Officinali, Sottobosco, Bosco; Vertical layer–specie rampicanti–nelle Zone 0,4,5: Casa, Sottobosco, Bosco. Il Labirinto simboleggia il mistero, riscontrabile anche in un Giardino Segreto, e invita alla scoperta. Il cammino, caratterizzato da ostacoli dovuti ad arbusti e alberature che filtrano la visione del centro, fa sì che la scoperta sia impegnativa. Tale via, ardua, rappresenta anche il cammino della vita, fatto di difficoltà, errori, indecisioni. La vegetazione utilizzata ha numerose peculiarità: dalle alberature fiorite a quelle che presentano frutti; dalle sempreverdi alle spoglianti che esibiscono cortecce mozzafiato; dagli arbusti sempreverdi con bacche a quelli spoglianti con colori brillanti; dalle essenze profumate alle varietà orticole invernali. Queste caratteristiche, oltre a fornire spunti, sono un insegnamento per il visitatore, che può comprendere la vastità della Natura e le sue qualità, in qualsiasi stagione. Il progetto, nel complesso, vuole trasmettere la mia speranza verso il futuro, ovvero che ognuno si possa aprire a queste filosofie, avvicinarsi alla Natura e indirizzarsi verso un modo di pensare più ecologico e sostenibile. Un simile giardino, oltre ad essere terapeutico, contribuirebbe a rallentare gli attuali sistemi economici e a migliorare l’inquinamento. L’esperienza proposta al visitatore è quella di farlo accedere al Giardino, scoprirlo pian piano, osservare le specie, immergersi nella Natura. Le sedute presenti permettono di accomodarsi e ammirare lo spazio nella sua totalità. Questo, oltre ad essere il luogo dei miei sogni, rispecchia il mio modo di essere, vivere e pensare.
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